Simona Frillici
Hahnemule, 2023, stampa su carta, cm 40x54,4
Simona Frillici
Simona Frillici dopo il Liceo Classico frequenta l’Accademia di Belle Arti di Perugia (1984-1988) dove si diploma in pittura con Nuvolo. La tesi finale, che ha come relatore Bruno Corà, già nel titolo indica la direzione intrapresa nella sua ricerca: “Dall’informale (in particolare Fautrier e Dubuffet) a Gallizio fino a Beuys sulla linea della materia (principio femminile)”. Nel 1988 viene selezionata a rappresentare la cattedra di pittura all’Artexpo Bari ’88. Aldo Iori scrive di lei nel 2008: “S. F. fin dalle prime opere espositive, pone la sua speculazione in questo particolare ambito nel quale l’opera ogni volta ricolloca l’osservatore di fronte alle responsabilità della visione. L’immagine del reale (ovvero ciò che è dato da vedere), mediante la poeticità del gesto artistico, trova riscatto dal suo inesorabile destino di facile obsolescenza e nel suo status dell’arte chiede attenzione ponendo la questione del suo essere oltre il semplice apparire” (Aldo Iori in “Simona Frillici – Installazioni 2007/1997” Damiani edizioni, 2008). Dai primi del 2000 inserisce nell’opera la fotografia, elaborato e fotocopiato in tante copie prevalentemente su carta. L’immagine del viso è frammento importante dell’individuo. Dal frammento e residuo, è possibile immaginare la totalità della persona e la sua vita. Individua nell’immagine fotografica un punto di confine e tangenza tra l’arte e la vita, esemplificata dal frammento iconico che la fotografia fissa e nel contempo ‘ruba’ alla realtà.
Acquista quest'opera