EPVS
Fondazione Jèrome Seydoux Pathè, 2015, colore acrilico su foto, 31 x 37 cm
EPVS
1965, Hessisch Lichtenau (KS) - DE
EPVS
Nata in Germania vivo e lavoro a Roma.
Ho studiato e lavorato come designer di moda. Come costumista e scenografa. Per approdare l’arte dove sento di poter esprimere la parte più profonda di me stessa e la mia visione della vita.
Con il tempo la mia indagine artistica è diventata sempre più concettuale ed essenziale. Si nutre principalmente di filosofia, fisica e di politica. Per esprimere i miei concetti uso mezzi diversi come la fotografia, il neon, la pittura e soprattutto le installazioni. Una mia opera nasce spesso dall’urgenza di voler comunicare qualcosa e in questa pluralità di medium trovo sempre quello più efficace.
Voglio rendere visibile l’invisibile ed esplorare la relazione tra lo spazio e l’uomo.
Per questo motivo coinvolgo spesso quest’ultimo attraverso la forma diretta delle installazioni interattive oppure delle performance dal vivo. Cerco di mostrare la realtà sotto prospettive diverse e più intime.
Sono stata forgiata dalla danza e a lungo ho danzato. La disciplina della danza contemporanea si concentra proprio sulla stessa indagine e abbinamento uomo/spazio. L’essere umano è indagato e indagatore allo stesso tempo. Nella nostra interazione con lo spazio e con il prossimo, l’esplorazione avviene dentro di noi come all’esterno. Si esplorano i mondi sconfinati delle emozioni e degli stati d’animo così come la consapevole percezione di quello che ci circonda.
Quando uso i palloni e palloncini ad esempio, i palloni sono la rappresentazione cellulare e molecolare del mondo dell’invisibile che ci circonda e nel quale noi ci muoviamo e viviamo.
Cito dalla presentazione di una mia installazione del 2001:
”Viaggiare in un’altra dimensione.
Quando dei semplici palloncini ci proiettano in una dimensione nella quale ci dobbiamo confrontare.
Raggiungere la base degli elementi. Gli atomi.
Diventare talmente piccoli e soli noi; talmente grandi e infinitamente tanti loro. Sentirne il peso e la forza. Essere nella condizione di vedere cosa ostacola il nostro movimento. Vedere il nostro corpo come riempie lo spazio. Vivere in uno spazio pieno. Avere coscienza che tutto è materia. Anche il vuoto.”
Dal 2019 ho iniziato a collaborare con Sebastian Vimercati che con il suo sound da corpo alle mie installazioni. Numerosi sono i progetti che abbiamo realizzato insieme.
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